L'opera
Il 28 aprile 1794 (insurrezione di Cagliari contro il governo piemontese; il moto poi si estese ad Alghero ed a Sassari) viene da un´onda lunga e riguarda vicende e conflitti che affondano le loro radici nel passaggio dalla dominazione spagnola a quella sabauda. Sulla base di un consistente dossier archivistico, vengono focalizzati i contrasti che a Sassari, lungo gli anni trenta del Settecento, opposero nobili, notabili ed esponenti dell´intellettualità cittadina al governatore barone Tondut ed alla moglie di questi, donna dal temperamento dispotico. Essi furono accusati di comportamenti sprezzanti, logiche discriminatorie, accaparramenti, prepotenze e malversazioni. Ancora Sassari è al centro dell´indagine sulla sommossa del 1780 che contiene alcuni elementi premonitori del Novantaquattro cagliaritano: fra questi viene messo in rilievo il ruolo degli artigiani che sarebbe profondamente errato considerare massa subalterna, manovrata dai nobili e dalla borghesia mercantile e professionale. Ai Gremi ed in generale al lavoro delle maestranze nelle botteghe, alla loro presenza nella società è dedicato un ampio capitolo. Quello sul 28 aprile ricostruisce dettagliatamente le diverse fasi della rivolta. Superbi ministri e funzionari regi, aristocratici, commercianti, imprenditori, avvocati, intellettuali e popolani costituiscono un dinamico quadro d´insieme nel quale si delinea anche un nuovo ruolo delle donne, posto specificatamente in risalto da alcune pagine. L´autore, partendo dall´esigenza di un nuovo indirizzo metodologico, rompe decisamente con il paradigma, a lungo invalso nell´indagine storiografica, di una Sardegna arcaica, statica ed arretrata, sottolineando polemicamente gli apporti, gli scambi e le relazioni con gli altri paesi, gli influssi diretti ed indiretti dell´illuminismo e della Rivoluzione francese sulla situazione isolana.
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