L'opera
«Sono tua madre, sono le tue sorelle, sono Nabìl, sono Semìl, sono Naskàl, sono Sìnleni, sono madre della terra e del cielo stellato. Sono Morte e sono Vita. Voi mi chiamate la Vecchia, Ikùssa, Mamìa, io sono l“Isola e per sempre la abiterò, sono le sue pietre, i suoi alberi, i suoi animali, le sue donne. Tu invece dimmi, chi sei?» Nella Sardegna nuragica si incontrano sette donne. Alcune sono originarie dell“Isola, altre provengono dal mare. Tutte hanno una particolare competenza, tutte sono fedeli al culto della Madre Terra. Convivendo e creando una piccola società di donne, aiuteranno il villaggio che sorge poco distante dalla loro dimora a prosperare. Le doti delle protagoniste suggestioneranno la popolazione che inizierà lentamente a considerarle maghe, sacerdotesse, guaritrici, veggenti, donne a metà strada fra l“umano e il divino, creando nel tempo il mito di quelle che ancora oggi sull“Isola sono chiamate Janas. La vicenda viene narrata da Annita alla nipote Piera. È una storia antica che si tramanda da generazioni. Le due donne vivono a Cagliari negli anni difficili della Seconda guerra mondiale, ma non avranno alcuna difficoltà a immedesimarsi nel racconto.
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