L'opera
Quando venti anni fa, nel 1996, si decise di istituzionalizzare a Sestu l´interesse per le antichità e l´archeologia da parte di un gruppo di appassionati locali, sembrava un azzardo. Infatti, in un territorio come quello sardo caratterizzato, anche dal punto di vista paesaggistico e identitario, da eclatanti e remote manifestazioni megalitiche – nuraghi, tombe dei giganti e domus de janas in particolare – proprio le campagne sestesi evidenziavano l´assenza di simili antiche testimonianze. Davanti a una simile tabula rasa a livello monumentale, furono la volontà e il desiderio di riscatto a portare alla creazione dell´Associazione Culturale Archeologica ´Sextum´, abbinati all´amore per il territorio locale e alla reazione civica nei confronti degli scempi che esso ha conosciuto e, purtroppo, continua a conoscere. In venti anni di associazionismo sono cambiati diversi protagonisti, non sono mancati momenti di difficoltà, oscillazioni di entusiasmo, ma rilevanti obiettivi sono stati raggiunti. Alcuni di essi meritano di essere ricordati: la costante e preziosa collaborazione con la competente Soprintendenza nel perseguire i comuni obiettivi di tutela e conservazione e ´l´emersione dal sommerso´ di significative testimonianze locali di cultura materiale risalenti a migliaia di anni fa. Rimane un ulteriore, impegnativo obiettivo, irraggiungibile senza il concreto supporto amministrativo: istituire in loco una degna e stabile struttura espositiva per le numerose testimonianze archeologiche recuperate; un luogo, reale e ideale al contempo, per custodire e tramandare alle generazioni future la memoria storica e l´identità locale. Questo volume, sorta di ´diario di bordo´ tematico di un percorso ventennale, vuole idealmente contribuire anche a questo scopo.
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