L'opera
«...Sono passati dieci anni dalla prima edizione di Accabadora, tecnologia delle costruzioni nuragiche. Era appunto il 1999. Allora ho alzato la voce, forse per farmi sentire. Pensavo di avere molte cose importanti da dire: gesto di presunzione. Ora con umiltà, ma con maggior consapevolezza, cerco di raccogliere da quella che credevo fosse una sorgente abbondante, un modesto rigagnolo, una vena d´acqua - sa ´ena - poca, ma spero capace di dissetare... [...] Gli otto capitoli del libro trattano argomenti diversi. Sono uniti dal fatto che tutti si riferiscono al periodo nuragico ed hanno in comune l´approccio con strumenti di una disciplina - la tecnologia dell´architettura - spuria rispetto all´archeologia, ma capace di inferenze complementari e sinergiche. Il fine ultimo, al di là delle polemiche, critiche e provocazioni, è il desiderio di contribuire alla conoscenza e quindi valorizzazione del cospicuo patrimonio archeologico sardo, risorsa che deve essere sfruttata non solo sul piano culturale e scientifico, ma anche e soprattutto su quello economico.» (Franco Laner)
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