The work
In quest“opera fatta di parole, note musicali, voci, sillabe e memoria, Clara Murtas si impegna nella ricomposizione ipotetica di un archetipo femminile sardo, proponendone in una piccola antologia le molteplici facce, colte curiosando fra la cultura di tradizione popolare e la letteratura sarda. Un epitaffio tenero e indagatore in memoria delle antenate che – complici del Divino – hanno interpretato il ruolo di custodi “de s“aredeu“ (parentado). Ufficialmente madri “sante“ osservanti dei precetti della Chiesa cattolica e delle regole sociali, e, segretamente “sciamane“, ovvero ingenue (e a volte feroci) catalizzatrici delle forze naturali e divine, al tempo in cui, non si delegava totalmente al medico e al sacerdote la cura dell“anima e del corpo, a rischio di venir processate come streghe. Arricchiscono e completano l“opera, oltre alla prefazione di Placido Cerchi, un commento al disco, di Giovanna Marini e due interviste all“autrice realizzate dai giornalisti Sergio Frau e Maria Paola Masala. Nel disco (40“ circa) quattordici brani: canti tradizionali e canzoni originali, musicate da Battista Giordano e Irma Toudjian, con testi quasi tutti di tradizione orale cercati con cura o scritti da Clara Murtas, tutti a dire quanto la donna si ponga fra il corpo e l“anima, fra il concreto e l“astratto, il terreno e il soprannaturale.
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