L'opera
I migliori capolavori del cinema sardo riletti in chiave umoristica. Una spassosa scorribanda tra titoli, autori e attori. Per anni i sardi sono stati privati dei capolavori del loro cinema. Elementi costitutivi dell“identità culturale e artistica, specchio fedele dei cambiamenti sociali e politici della Sardegna, come le opere di Costantin Costa-Marras e Michael Zimino, le interpretazioni indimenticabili di Leonardo di Cabras, Russell Crobu e Alain Delogu, erano da tempo immemore introvabili. Ora lo sappiamo: giacevano nel luogo più inesplorato della nostra terra. No, non nelle ovattate stanze (e stanzini) dell“assessorato alla Cultura, neppure in un polveroso scaffale della Cineteca Sarda ma in una spelonca del Supramonte, rapiti chissà quando e chissà da chi e mai più liberati. Una insopportabile censura che ha messo al bando titoli che avrebbero vinto il festival di Cannas sbaragliando qualsiasi concorrenza, dal romantico e stucchevole “Lollove story“ alle garrule commedie “Capretti woman“ e “Straziami ma di orbaci saziami“, dal filone d“impegno civile “La classe operaia va in Costa Paradiso“ al western “Lo chiamavano Trinità d“Agultu“. Mancava più di un tassello per ricompattare il puzzle dell“immaginario filmico isolano. Ma ora questi titoli fondamentali, nascosti al popolo (che intanto Hollywood e Cinecittà parodiavano con violenza colonialista) noi abbiamo ritrovati e, in attesa di proiettarli sul grande schermo, li abbiamo visti in anteprima: ecco cosa raccontano i cento capolavori sconosciuti del cinema sardo.
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