Codice ID | 978-88-3309-095-5 |
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Autore/i | Massimo Rassu |
Illustratore/i | Antonio Cossu Massimo Rassu |
Editore | NOR |
Edizione | 2020 |
Pagine | 160 (illustrato) |
Formato | 17 x 24 cm |
Rilegatura | Brossura con lembi e cucitura filo refe |
Collana | Thesis |
Genere | Storia, biografie e araldica, archeologia e preistoria |
Supporto | Cartaceo |
Introduzione | Massimo Rassu |
Lingua di pubblicazione | Italiano |
L'operaSecondo un´opinione comune, «visitare un nuraghe è come averli visti tutti». Al contrario, la parola nuraghe abbraccia una classe di testimonianze preistoriche tra le più differenziate, e formulate in diverse migliaia di esemplari. Si tratta di edifici con soluzioni tecniche, compositive, strutturali diverse tra loro seguendo ampie sfumature, talvolta persino in fisionomie combinate, e quindi di difficile classificazione. È impensabile che i loro costruttori non avessero contezza di quei principi fisici e norme tecniche che, per quanto semplici, risultano fondamentali per simili strutture. Varie indagini svelano le loro capacità tecniche e le conoscenze architettoniche. Le altissime capacità costruttive dei sardi antichi sono inoltre ampiamente dimostrate dal fatto che numerosi di questi edifici sono ancora oggi in piedi e visitabili al loro interno in tutta sicurezza, fatto assai raro per monumenti di quell´epoca. Il nuraghe, un archetipo edilizio preistorico proprio della Sardegna, è riconosciuto, giustamente, quale monumento simbolo dell´Isola. Basta volgere lo sguardo non solo a quelli più conosciuti o valorizzati a livello turistico, per encomiare l´imponenza, la maestosità, l´armonia di queste opere memorabili. L´utilizzo di regole geometriche e proporzioni numeriche svela per la civiltà autoctona sarda, al pari di altre antiche società umane, la conoscenza di capacità di calcolo. Già tempo erano stati individuati i rapporti fra le parti architettoniche di queste costruzioni. Gli architetti sardi dell´Età del Bronzo erano senz´altro persone di grande ingegno e provata abilità, non lasciando niente al caso ma, progettando e costruendo questi edifici, dimostrarono padronanza dei problemi statici, la conoscenza della geometria elementare, dei rapporti numerici, la ricerca della simmetria. I monumenti sardi dell´Età del Bronzo sono vera Architettura – con la A maiuscola – non sola espressione di un popolo ingiustamente definito “barbaro”, e perciò meritano un approccio e una impostazione di analisi secondo metodi propri dell´Architettura. |