L'opera
Con una sintesi storica, la stimolante ed esauriente ricerca verte sulla tormentata tesi dei rapporti tra gli Shardana, l´Egitto e la Sardegna. Analizzando oltre un secolo di ricerca accademica sui Popoli del Mare, e proponendo una varietà di discipline, viene offerta una prospettiva concisa sopra un argomento che ha suscitato aspri dibattiti. Una ricca e accurata indagine esplora tesi e interpretazioni in lingua straniera, opera di autorevoli esperti di tutto il mondo, affrontando le questioni fondamentali riguardo ai Popoli del Mare studiati nel loro insieme, prima di esaminare gli Shardana singolarmente. Lo studio si estende all´osservazione della cultura militare dei Sardi alla fine dell´Età del Bronzo, analizzando vestiari e armi della statuaria in bronzo (i “bronzetti”) e in pietra (le statue di Mont´e Prama), e confrontandoli con l´abbigliamento e l´armamentario dei Popoli del Mare e, in particolare degli Shardana, mostrando come le affinità siano pochissime e le disuguaglianze invece notevolmente maggiori. Un testo accessibile, documentato, suggerente quesiti e argomentazioni che, in ogni caso, non potranno essere ignorati. Da oltre trent´anni si assiste a vari tentativi di screditare la Storia antica della Sardegna identificando la civiltà nuragica con vari miti, misteri e leggende. Sull´argomento Shardana si è scritto spesso a sproposito e quasi sempre in termini fantastici e mitologici, riguardo a eventi di ambito locale, tra le coste egiziane e quelle libanesi. Vicende seppellite dalla Storia, poiché talmente irrilevanti da non suscitare il riscontro di narrazioni dell´epoca, come la Bibbia o l´Iliade, o dei documenti delle più importanti civiltà coeve, e riscoperte solo duecento anni fa analizzando i geroglifici egiziani. Un dato è sicuro: non provenivano dalla Sardegna. Erano invece originari delle “Isole del Grande Verde”, di cui gli Egiziani non forniscono un´ubicazione precisa, localizzandole spesso alle foci del loro grande fiume Nilo. Di fatto, dalle prime scoperte a oggi, l´abbinamento tra le rappresentazioni egiziane e sarde è stato sempre impostato soltanto sulla sottolineatura di due o tre affinità, reputate univoche, e sulla omissione delle discordanze, infinitamente maggiori.
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