The work
Quando si parla di criminalità sarda si pensa subito ai sequestri di persona. I rapimenti dell´Anonima, tra gli anni Settanta e Novanta, sono stati una vera e propria piaga nazionale. Casi eclatanti, come quello del piccolo Farouk Kassam, hanno riempito le pagine dei quotidiani e sconvolto l´opinione pubblica mondiale. Negli ultimi trent´anni la cronaca nera è stata animata anche da episodi meno mediatici, eppure più feroci. È il caso di Mirella Anna Silocchi, lasciata morire di stenti dopo aver subito il taglio dell´orecchio, o quello di Alessandro Fantazzini, scomparso all´improvviso e mai tornato a casa. Ma la criminalità sarda non è fatta solo di sequestri. L´isola ha prodotto gruppi terroristici e spietati assassini, come quelli che hanno ucciso Vicky Danij, ragazza ungherese decapitata in un residence su ordine della moglie del boss di cui era amante; o quello mai identificato che ha ucciso Luisa Manfredi, figlia del celebre bandito Matteo Boe; o ancora quelli politici, come gli uomini di Barbagia rossa (succursale sarda delle BR) e del MAS (quel Movimento Armato Sardo ispirato dall´ideologia di Giangiacomo Feltrinelli). A volte invece è solo la follia o la sete di denaro a spingere un uomo a uccidere: è il caso di Sergio Curreli, killer seriale conosciuto come il Mostro di Arbus, che ammazzava anche su commissione. Questo libro, chiaro e rigoroso al tempo stesso, ripercorre trent´anni di ´vera´ storia criminale sarda, studiando non solo i casi eclatanti di cui i media hanno già svelato ogni segreto, ma soprattutto quelli meno noti, che hanno segnato l´isola con ferite forse anche più profonde.
|