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Giganti di pietra

Monte Prama lŽHeroon che cambia la storia della Sardegna e del Mediterraneo

$40.28 Giganti di pietra
Codice ID 978-88-89661-19-2
Autore/i Alessandro Bedini
et al.
Editore Fabula
Edizione 2012
Pagine 280 (illustrato)
Formato 21 x 28 cm
Rilegatura Brossura con lembi e cucitura filo refe
Genere Storia, biografie e araldica, archeologia e preistoria
Supporto Cartaceo
Lingua di pubblicazione Italiano

L'opera

LŽHeroon di Monte Prama rappresenta la novità archeologica più interessante degli ultimi decenni nelle vicende della Sardegna e del Mediterraneo occidentale nei primi secoli del I millennio a.C. Infatti non si conosceva, fino ad oggi, nellŽarea compresa tra la Grecia e lŽAtlantico, un complesso così imponente e organicamente pensato; i manufatti del periodo che conosciamo ad oggi sono o contemporanei in Grecia, o posteriori in Italia, e non sono aggregati in strutture così monumentali. Dal momento della scoperta, nei primi anni Ž70 del secolo scorso, sono state formulate ipotesi diverse sulla forma e sul significato del monumento.  Questo libro, scritto dagli archeologi autori dello scavo, fornisce per la prima volta un quadro complessivo e filologicamente rigoroso, basato sui risultati acquisiti sul campo e sui confronti e dibattiti sviluppatisi tra gli autori stessi durante la stesura del volume. Il restauro condotto dal Laboratorio di Li Punti della Soprintendenza di Sassari, da poco completato con estrema cura, ha consentito un più approfondito studio e comprensione delle sculture.  Gli autori, basandosi sulla loro esperienza di scavo, hanno proposto per la prima volta due dati importanti: una datazione attendibile dellŽHeroon, collocata negli ultimi decenni dellŽVIII secolo a.C. e una sua ricostruzione, rappresentata nel libro in modo virtuale con un disegno. È pubblicata inoltre la pianta completa dello scavo, ad oggi inedita, ottenuta con lŽunione delle piante dello scavo Bedini e dello scavo Tronchetti; unŽoperazione che ha consentito agli archeologi di approfondire lŽanalisi dei dati e raggiungere maggiori certezze.  Allo stato attuale degli scavi, che dovranno essere completati, lŽHeroon misura circa 50 metri, con le statue collocate sulle lastre tombali, e con numerosi betili e modelli di nuraghe a fianco e dietro. Questo complesso rappresenta la monumentalizzazione, avvenuta nellŽultima fase di utilizzo, di un sepolcreto il cui inizio risale al IX secolo. Un così imponente complesso pone il problema del suo significato, della società che è stata in grado di produrlo e dei suoi contatti politici e culturali con i popoli del Mediterraneo.  Il saggio di Raimondo Zucca analizza la situazione della penisola del Sinis, mettendo in luce la straordinaria densità di nuraghi e villaggi, una consistente continuità pur nei processi di trasformazione tra secondo e primo millennio a.C., il popolamento e i molteplici contatti favoriti dallŽarea portuale di Tharros fin dallŽetà protostorica. Ciò consente di affermare che vi erano le condizioni materiali e le conoscenze per la costruzione di un monumento di questa importanza.  Carlo Tronchetti analizza la società dellŽetà del Ferro, e individua nellŽemergere di ŽaristocrazieŽ il contesto nel quale lŽHeroon è stato costruito. La società aristocratica viveva in case a corte centrale dotate di più ambienti, in villaggi che venivano trasformandosi in centri protourbani, e avevano raggiunto condizioni economiche di relativa ricchezza. La costruzione del santuario si deve a un gruppo familiare allargato, emergente nella società aristocratica, che disponeva delle risorse umane e materiali necessarie. I tipi rappresentati nelle sculture (arcieri, guerrieri, pugilatori, attorniati dai modelli di nuraghe e dai betili) mostrano i valori politici e religiosi elaborati da una famiglia che si descriveva come unŽélite. Il complesso era volto a celebrare gli antenati, protettori del gruppo, un elemento essenziale per definire lŽappartenenza aristocratica.  Giovanni Ugas analizza la stagione delle aristocrazie, con particolare attenzione alla società, alle relazioni con gli altri popoli del Mediterraneo e alla cultura materiale.  Partendo dallŽanalisi stilistica Alessandro Bedini individua in modelli orientali lŽorigine di un flusso culturale che venendo dal Vicino Oriente si diffonde in Grecia, nellŽItalia peninsulare fino alla Sardegna e, di qui, arriva nellŽEuropa che si affaccia sul Mediterraneo. Senza trascurare, tuttavia, la forte impronta locale che ha reinterpretato i modelli. Le campagne di scavo sono documentate da Bedini e Tronchetti con la cronaca dellŽattività del gruppo che ha condotto gli scavi, le relazioni di scavo, lŽanalisi dei materiali e una ricca documentazione iconografica, comprendente fotografie, piante e disegni.  LŽiconografia del volume comprende le foto di tutte le sculture ricostruite nel Laboratorio di Li Punti e di molti significativi particolari, e inoltre una ricostruzione virtuale dei tre tipi di personaggi, disegnata espressamente per Fabula editore, come la ricostruzione dellŽHeroon, secondo le indicazioni degli autori del volume.  Allo stato attuale della documentazione molti problemi sul valore e sul significato storico di Monte Prama rimangono aperti; gli autori hanno presentano le proprie ipotesi che, in particolare sulla cronologia della costruzione e della distruzione dellŽHeroon, presentano soluzione diverse. Bedini e Tronchetti concordano sostanzialmente sulla cronologia di costruzione dellŽHeroon, in base ai loro dati di scavo, mentre per la data di distruzione evidenziano la mancanza di dati che permettano di proporre unŽipotesi certa. Ugas, al contrario, dissentendo dagli autori degli scavi, retrodata la cronologia della costruzione dellŽHeroon e indica una data precisa per la sua distruzione, non oltre un paio di decenni dopo la costruzione, basandosi su una problematica lettura dei dati di scavo, qui editi.  Questo volume rappresenta una base di partenza. Gli scavi ulteriori, che ci si augura siano intrapresi a breve, e la discussione della comunità scientifica potranno gettare nuova luce su Monte Prama e, di riflesso, sulla storia della Sardegna protostorica e su quella del Mediterraneo occidentale. (presentazione dellŽEditore)

Giganti di pietra

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