L'opera
Terza opera letteraria di Alberto Secci. Ancora una volta l´autore offre ai lettori un esercizio di alta raffinatezza linguistica, dove l´arte della narrazione diviene essa stessa protagonista nei quattro racconti che compongono l´opera. ´A misura che le ore della notte divenivano inconsuete per la veglia, si diffondeva una sorta di torpore. Come i calici dello zafferano, che una volta privati degli stami e dei pistilli, e gettati nel pavimento, perdevano il turgore e si avviavano verso un rapido appassimento, le persone intorno al tavolo sembravano afflosciarsi. Non venivano meno rispetto al lavoro e neppure rallentavano il ritmo delle dita. Perdevano semplicemente la rigidità. In qualche modo, era come se si addolcissero e avviassero, in virtù di quel rapporto con i fiori, e grazie all´odore dello zafferano, un modo più molle di stare insieme.´
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