L'opera
La Deledda è stata una grande scrittrice. Questa convinzione trova rinnovato conforto nella rilettura di unŽopera paradigmatica quale LŽedera, fatta attraverso lo studio della genetica del testo. Uscito in Italia nel 1908 – dopo che già nel 1907 i tedeschi e i francesi lo avevano accolto con entusiasmo – il romanzo ci è stato trasmesso attraverso un autografo e quattro edizioni a stampa. LŽedera è di fatto il racconto di un solo personaggio, Annesa, la «figlia dŽanima», la giovane serva che si innamora del proprio padroncino. La sua maturazione avviene significativamente sulla «via di Damasco», dalla cecità del male alla luce del bene, implicata nella pragmatica di esistenti immodificabili nei loro ruoli e dietro le loro tragiche maschere. La coscienza del peccato che si accompagna al tormento della colpa e alla necessità dellŽespiazione e del castigo, la pulsione primordiale delle passioni e lŽimponderabile portata dei suoi effetti, lŽineluttabilità dellŽingiustizia e la fatalità del suo contrario, segnano lŽesperienza del vivere di una umanità primitiva, malfatata e dolente, «gettata» in un mondo unico, incontaminato, di ancestrale e paradisiaca bellezza, spazio del mistero e dellŽesistenza assoluta.
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