The work
Inoltrandosi sino allŽangolo più profondo dellŽanfratto gli speleologi hanno trovato lo scheletro, adagiato sul fianco sinistro, le mani quasi allŽaltezza del viso. Accanto al capo gli oggetti di un antico corredo funerario: una ciotola, un tegame in terracotta, una macina in granito e tronchetti di legno combusti di focolare. DallŽanalisi paleoantropologica dei resti scheletrici emerse che si trattava di una donna. Fu battezzata con un nome in lingua sarda, di derivazione latina, Sisa ia , ovverosia sei volte nonna, ava, antenata. Il dato straordinario della scoperta archeologica provenne dalla lesione di forma circolare, localizzata nellŽosso parietale destro del cranio, che, allŽesame radiologico, mostrava una maggiore radiopacità ai margini per la presenza di callo osseo. Il processo di riossificazione avvalorava lŽipotesi dello scopo terapeutico della trapanazione cranica presso le comunità preistoriche.
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