L'opera
Due sillogi diverse per le infinite tonalità di una voce sempre fuori quadro. Nel cartografare un´interiorità cresciuta e lievitata sulla ferita del vivere come nell´innervare la partitura surreale di storie sospese tra la leggerezza di un ordito onirico e la pesantezza del reale. Il fascino della parola impudica e corporea per una poesia non consolatrice, ombra capace di denudare, in drammatici auto da fé, i mostri mai uccisi della notte dell´ego occidentale. I sentieri disattesi del sé, dell´ascolto dell´altro e della vita in una fiamma suo malgrado rigeneratrice tra il mondo e la solitudine assoluta. Nel diagramma di un´opera dove ´parole barocche´ intrecciano alla sensualità una istintiva intensità concettuale, simboli onirici come grumi di dolore, affondi impietosi nelle faglie del quotidiano, crimini domestici e la violenza della storia. E dopo il circolare viaggio sciamanico della prima silloge il percorso danzato della seconda. Anarchia visionaria di una ballata dove l´intreccio dei versi rende il passo della morte e i colori della vita. Epopea di ´chi nasce dal fango dell´antica palude in Campidano´. Poesia come dolore, ma anche indomabile resistenza.
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