L'opera

Dopo l´estate è una storia di forti passioni e di abbandoni dolci, segnata in un paesaggio riarso, fermo in una fissità che sgomenta. Si inizia con il sedicenne Michele Doro che arriva a Pauli Arbarei dalla vicina Siddi e fa il pastore. Con sé ha due libri che non si studiano a scuola e sono pieni di incantamenti. Ora è solo, responsabile del gregge, sotto un cielo percorso da uno stormo di passeri; solo con il ricordo di Evelina e degli amici e della vita del paese. A spingerlo è la forza di provare a se stesso la capacità di farcela.
Un universo primitivo e remoto, gesti di sempre, forme antiche di vita appena posseduta da un soffio: Puddu è scrittore di atmosfere e di volti precisi. Incide sagome nitide e orizzonti come in presa diretta, in una scrittura rapida, rispondente a una cadenza ritmata ma non dura, anzi di musica lieve con un che di fuggitivo, un´eco stranita, un brivido delle cose, delle parole, della terra. In questo mondo visitato da qualche avviso di novità d´occupazione delle terre, il sorgere di arditi pensieri vagabondi) passano minute vicende di lavoro, tiri mancini, sogni e fatti drammatici. Il romanzo, in apparenza lineare, cresce su se stesso in un´espansione continua, in un efflorescenza regolare, che diviene la coralità gaudiosa e amara, picaresca e ribelle della rapsodia. Un gran contenitore di storie (e di sfondi fantastici: Cassiopea è una "luminosa sedia rovesciata"), di schegge lessicali eccentriche e vibranti, di episodi distesi, nei quali gli uomini sono più numerosi delle "lumache al primo rovescio d´autunno".
Scende su persone e cose elettrizzate dallo sguardo dell´autore una vigilata pausa, una sospesa tregua del tempo che, tuttavia, continua inosservato a scorrere. Amori, volti di donne, il lavoro nei "glauchi campi di fave", feste paesane e nuziali, battute di caccia e bevute all´osteria si frazionano nel pacato andare della narrazione oggettiva, tentata dalla realtà e da uno scivolamento dell´immaginazione. Intanto, il contrappunto del sole fa sbalzare le scene chiazzandole dei suoi sfavillanti giuochi. Michele sposa Evelina, vengono i figli e passano gli anni; gli affari vanno bene. Da questo filo di storia, Antonio Puddu fa sciamare un groviglio di eventi e di memorie, discese nel passato e sollecitazioni del crescente progresso.
Ma a un certo momento il mondo appare "capovolto" e la vita non scorre più dolce "come una carezza". Si allontanano le stupite sequenze televisive dello sbarco sulla luna, incalza il buio del terrorismo e crescono le contraddizioni di una società frenetica...
Una storia vera, che coinvolge, che resta a lungo nella memoria del lettore.
(Giuseppe Amoroso)